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Scomparsi i proiettili dell’omicidio Bosio. Impossibile la perizia per incastrare i killer

Scritto da Salvo Palazzolo il 8 marzo 2010 |  
Pubblicato nella categoria Il blog inchiesta

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E’ rimasta l’ombra del depistaggio su questo caso. Chi mise in giro la voce di Contorno? La voce arrivò persino in un rapporto di polizia, che fece chiudere in fretta il caso. Ma già allora qualcuno dovette prendere delle precauzioni. Ecco perché sono scomparsi quei quattro proiettili estratti dal corpo martoriato di Sebastiano Bosio: nessuna perizia balistica doveva essere eseguita, i sicari dovevano restare senza nome. E adesso che sono spuntati i nomi dei sicari, un processo sembra difficile con la sola dichiarazione di un pentito. Manca il riscontro che potrebbe arrivare dalla perizia balistica su quei proiettili, sparati da armi che già altre volte avranno di certo ucciso in quei mesi.

Ho riflettuto molto su una coincidenza. Chi coordinò le indagini sull’omicidio Bosio, l’allora capo della squadra mobile Ignazio D’Antone, è oggi in carcere, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Sta scontando una condanna ormai definitiva a 10 anni. Nella sentenza si fa riferimento anche a delle singolari scuse che D’Antone avrebbe fatto avere ai mafiosi, per quel blitz di Villagrazia. Disse, tramite un giornalista amico (suo e del mafioso Stefano Bontade): “E’ arrivata una soffiata per telefono, siamo dovuti intervenire”.

Chissà cosa avrebbe da dire oggi il dottore D’Antone sull’omicidio di Sebastiano Bosio. Sul depistaggio dell’indagine e la scomparsa dei proiettili (la venticinquesima prova che manca a Palermo). Quei quattro colpi sparati in via Simone Cuccia sembrano adesso vicini, molto vicini. Il caso Bosio è più attuale che mai: potrebbe essere un’altra porta per entrare negli inconfessabili segreti dei rapporti fra mafia e istituzioni.

Le ultime indagini dicono anche della solitudine di Sebastiano Bosio all’interno dell’ospedale Civico. Evidentemente, le sue battaglie non erano gradite. Non si è stupito il pentito Di Carlo: all’interno del Civico, altri medici erano amici degli amici. Bosio doveva aver capito. Qualche giorno prima di morire i familiari lo sentirono mentre diceva al telefono, con tono deciso: “Tu non puoi impormi nulla perché nel mio reparto comando io. Se continui, ti denuncio”. Parlava con l’allora direttore sanitario, Beppe Lima, fratello di Salvo Lima.

Beppe Lima è ormai morto. Il giudice delle indagini preliminari Pasqua Seminara ha chiesto comunque al pubblico ministero Lia Sava di tornare a interrogare gli ex colleghi del dottore Bosio. Quel mafioso ferito nel blitz di Villagrazia – Pietro Fascella si chiama – era stato presto trasferito dalla Chirurgia Vascolare, su disposizione del primario. Dopo la sua morte, tornò velocemente e ci restò diversi mesi. Col massimo delle comodità. The push to set up a separate school system gained steam

Il Codice Provenzano, qualche interpretazione

Scritto da Salvo Palazzolo il 22 febbraio 2010 |  
Pubblicato nella categoria Senza categoria

In questi giorni ho scoperto che Internet può essere davvero uno straordinario strumento di ricerca della verità, perché la condivisione delle informazioni resta la chiave per tentare di andare oltre il muro dell’omertà e dei troppi pezzi mancanti della nostra storia d’Italia. Dopo la provocazione lanciata qualche giorno fa sulle pagine di questo blog – “Ecco le foto della Bibbia di Provenzano, proviamo a decifrare il codice del padrino – si è sviluppato un appassionato dibattito sulla Rete a proposito dell’Intelligenza collettiva (o meglio, connettiva) e delle nuove forme dell’impegno civile attraverso Internet. La sfida è lanciata. Il codice Provenzano è un piccolo grande banco di prova per tentare di sperimentare un metodo di ricerca, perché i misteri d’Italia non possono continuare ad essere solo affare di qualche giudice comunista (come dicono al bar), solo affare di qualche giornalista scanzonato, di qualche storico alle soglie della pensione, di qualche sociologo in cerca di notorietà (non lo dicono al bar, ma in qualche salotto della città bene).

Fra le decine di indicazioni che mi sono arrivate sul codice Provenzano metto in rete queste, che ritengo possano essere delle interessanti chiavi di interpretazione:

– Il capo boss ha un interesse particolare per le genealogie;
– ha un interesse particolare per le le espressioni che indicano che ciò che Dio disse così si fece;
– ha interesse a una raccomandazione morale (raccomandazione a non fornicare) nella parte del libro di Tobia;
– ha un interesse primario per l’Antico Testamento, specie nei punti dove si evidenziano l’origine del peccato e la condotta peccaminosa, quindi i consigli di saggezza per non perdere l’approvazione di Dio;
– nel Nuovo Testamento l’interesse cade sul Mondo (chiaramente gli infedeli alla vera fede) e a chi è legato a Cristo;
– assistiamo a un’evidente sostituzione della figura di Dio con il Capo-Boss in un sorta di Mistica Mafiosa a cui gli aderenti fanno riferimento con fedeltà. Quindi, quel Capo-Boss o Padrino o quell’Entità che si sostituisce a Dio/Cristo è il fulcro di tale devozione.

– La sottolineatura non sembra tradire nulla, tranne che in un punto dove si nota un certo nervosismo o enfasi: Esodo capitolo 33 versetto 13, “i tuoi voleri”, che è sottolineato più volte.

– In alcuni passaggi Provenzano dimostra chiaramente uno studio della Bibbia a proprio uso e consumo. Non a caso alcuni passaggi sono poi citati nei pizzini inviati agli adepti.

– Le sottolineature potrebbero anche essere la chiave per decifrare alcuni episodi e/o situazioni riguardanti la vita (interna o esterna) dell’organizzazione mafiosa. In tal caso, per decifrare il codice bisognerebbe anche capire il contesto storico-criminale di fatti e protagonisti a cui si fa riferimento.

– Nel capitolo 1 della Genesi, alla nota 6, si fa riferimento alla “Cupola solida in cui erano infisse le stelle”. Potrebbe essere interessante approfondire questo passaggio per capire la conformazione della cupola mafiosa. Nel simbolismo biblico le stelle rappresentano (ma non nella Genesi) o gli angeli buoni (quando gioiscono della creazione di Dio, vedi Giobbe cap. 38 vers. 7) o governi/persone in posizione di potere sul dominio umano (Vangelo di Matteo cap. 24 vers. 29; Vangelo di Luca 21 verss. 25-28; Apocalisse cap. 8 vers. 12).

– Visto l’interesse del Capo-Boss per le genealogie di Abramo e figli ecc. non sarebbe da stupirsi per una presenza di figli di boss ai vertici del dominio e/o di governo, vedi promessa di Dio ad Abramo che il suo “seme”, ovvero progenie, sarebbe stato numeroso come le stelle del cielo e come la sabbia del mare. Una progenie naturale-fisica quindi o “spirituale” in senso ideologico di ereditarietà di intenti.

– Le freccette possono essere dei delimitatori di brani, delimitatori preparatori alla selezione delle frasi, infatti alcuni brani delimitati non sono sottolineati.

– Le lettere B ritagliate potrebbero benissimo stare per “Bernardo Provenzano”, infatti spesso si trovano in frasi da strumentalizzare per la messaggistica mafiosa.

– I numeri potrebbero essere delle persone, quindi ad esempio 1 sarebbe “1° interlocutore”, 2 – “2° interlocutore”, etc.;
– pure le lettere diverse da B potrebbero essere interlocutori.

– Il continuo ricopiare interi brani o capitoli della Bibbia di interesse da parte del boss Provenzano non sarebbe altro che la creazione di una “concordanza” ovvero un indice mastro dei brani biblici a scopo mnemonico.

– Restano da capire i punti incollati nelle note in calce.

La ricerca prosegue.
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