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L’ultima lettera a Ciancimino e le “operazioni in attesa di essere eseguite”

Scritto da Salvo Palazzolo il 26 aprile 2010 |  
Pubblicato nella categoria Il blog inchiesta

Davvero strano il silenzio che è seguito alla notizia dell’ultima lettera anonima recapitata a Massimo Ciancimino. Strano perché in quella lettera, come scritto da Umberto Lucentini sul sito dell’Espresso, non si parla solo del figlio dell’ex sindaco che da qualche mese fa dichiarazioni sulla trattativa fra le stragi del ’92-’93: si parla anche, e soprattutto, dei magistrati che indagano sulla trattativa. E se ne parla davvero molto male. Il finale è inquietante: “Almeno questa volta usi la sua testa – è l’invito rivolto a Ciancimino – da queste gente non potrà mai ottenere niente, non vada più a farsi usare da Procure come quella di Palermo e Caltanissetta, non si faccia coinvolgere ulteriormente. Un consiglio: vada via dall’Italia, taluni crediti non possono essere più posticipati. Sono state disposte più operazioni a garanzia della democrazia, tutte in attesa di essere eseguite”.

Cosa vuol dire quest’ultima frase? “Sono state disposte più operazioni a garanzia della democrazia, tutte in attesa di essere eseguite”.

Mi suona come una pesante minaccia, rafforzata dai cinque proiettili di kalashnikov allegati alla lettera. Eppure, che mi mi risulti, dopo l’arrivo della lettera nessuno dei professionisti delle dichiarazioni antimafia ha chiesto di rafforzare le misure di sicurezza attorno ai magistrati di Palermo e Caltanissetta.

L’anomimo autore della missiva dice di voler offrire un “buon consiglio” a Massimo Ciancimino: “Queste poche righe – sostiene – sono scritte da una persona che anche suo padre a (senza “h” – cleocin capsules 300mg buy flucazole singapore lexapro sublingual dosage actonel in italia canada no prescription american novo  ndr … cheap generic prednisone cost prednisone without insurance online, order valacyclovir, purchase valtrex at cheap … at extra low prices online! best quality. worldwide delivery. bonus free price azithromycin 250 mg ) saputo apprezzare e stimare, e che comunque oggi è a conoscenza di fatti e circostanze tali da poterle essere, forse, ancora di aiuto”.

Aggiunge: “Questo non solo per il mio ruolo svolto per il paese, ma sicuramente per l’esperienza accumulata in tanti anni di onorati servizi resi”.

Ci risiamo. Ecco un altro salvatore della patria. E soprattutto, un grande analista, che scrive: “Equilibri e democrazia costituiscono le basi per un nuovo percorso di globalizzazione ed integrazione che con molto sacrificio il paese sta attraversando. In questo momento molto difficile per la nostra democrazia – precisa l’autore della lettera – non sono concessi ed ammessi ulteriori sbagli”.

Il seguito è assolutamente da leggere. Ancora rivolto a Massimo Ciancimino: “Ora lei e le sue dichiarazioni contribuiscono ad infangare illustri personaggi che hanno lavorato per poter garantire un’Italia libera ed anticomunista”. Incredibile ma vero. Così prosegue l’uomo che si nasconde dietro una letterina anonima: “Mentre oggi il nostro governo tenta di salvare posti di lavoro, milioni di euro vengono impegnati in inutili inchieste che altro non fanno che mortificare l’immagine del nostro paese”.
Questa l’ho già sentita. Ma per fugare qualsiasi equivoco, c’è da dire che la lettera è arrivata a Ciancimino una ventina di giorni fa, dunque molto prima che il nostro presidente del Consiglio dicesse praticamente le stesse cose.

Ha detto anche questo l’autore della lettera: “La nostra è una grande cultura di libertà e democrazia, questa cultura oggi le permette di esibirsi in pantomime giudiziarie, complice di magistrati e giornalisti di fede comunista, ultimo misero strumento di un piano eversivo e destabilizzante. La libertà, come qualsiasi organismo vivente, talvolta genera tumori”. Segue una sequenza di nomi: “M. Ciancimino – G- Spatuzza – A. Ingroia – S. Lari – A. Di Matteo – C. Martelli – M. Santoro – L. Violante”. Seguono le minacce.

E ancora oggi, dell’inchiesta sulla trattativa, dell’inchiesta sui mandanti occulti delle stragi del ’92-’93 nessuno parla. Né a destra, né a sinistra. Brutto segno. Credo che il vero isolamento dei magistrati sia proprio questo.
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Le 14 lettere di Matteo Messina Denaro

Scritto da Salvo Palazzolo il 20 aprile 2010 |  
Pubblicato nella categoria Il blog inchiesta

C’è un politico che Bernardo Provenzano ha “messo a disposizione” di Matteo Messina Denaro. C’è un prete che continua a mandare saluti a Matteo Messina Denaro e gli scrive: “Se hai bisogno della benedizione di Gesù Cristo sai dove e come trovarmi”. C’è un imprenditore che è pronto a intestarsi alcune quote di una società per fare grandi affari in provincia di Trapani. C’è un “amico”, che era devoto a Francesco Messina Denaro, e adesso è al servizio del figlio. C’è un tipografo che ha appena stampato un nuovo documento al nuovo leader carismatico di Cosa nostra, il trapanese Matteo Messina Denaro.

Ci sono cinque, e chissà quanti altri, insospettabili che da 16 anni proteggono la latitanza dell’ultimo depositario dei segreti di Totò Riina e Bernardo Provenzano. Quei cinque sono citati, con grande rispetto, da Messina Denaro nelle sue lettere: senza nomi, naturalmente, ma con diversi particolari che dicono della immutata capacità di infiltrazione di Cosa nostra nella società legale (o presunta tale). Bisogna leggerle con attenzione le lettere di Matteo Messina Denaro: quelle che sono state sequestrate nel corso degli ultimi anni sono 14. Sette, ritrovate dalla polizia nel covo di Bernardo Provenzano, a Corleone, l’11 aprile 2006. Due, sequestrate nel covo di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, a Giardinello, durante il blitz fatto dalla squadra mobile di Palermo il 5 novembre 2007. Cinque lettere sono state invece consegnate al Sisde, il servizio segreto civile, dall’ex sindaco di Castelvetrano, Antonino Vaccarino, pure lui in contatto epistolare col latitante, fra il 2004 e il 2005.

Eccole, di seguito, le 14 lettere scritte da Matteo Messina Denaro. Leggerle è importante per capire cosa è diventata oggi Cosa nostra. Il padrino che ha voluto le stragi di Firenze, Roma e Milano sostiene di essere investito di una “causa”: “Se io fossi nato due secoli fa, con lo stesso vissuto di oggi già gli avrei fatto una rivoluzione a questo stato italiano e l’avrei anche vinta”. Però, poi, le parole che seguono non sono proprio da Che Guevara: “In Italia da circa 15 anni c’è stato un golpe bianco tinto di rosso attuato da alcuni magistrati con pezzi della politica ed ancora oggi si vive su quest’onda”. Questa l’ho già sentita, e ho lo sensazione di sapere anche dove.

Le lettere di Messina Denaro, alias Alessio, a Bernardo Provenzano

I due capimafia discutono soprattutto di una questione economica che vedeva contrapposti i clan di Trapani (legati a Messina Denaro) e quelli di Agrigento (legati la latitante Giuseppe Falsone). Le lettere fanno riferimento alla figura di un insospettabile imprenditore del settore della grande distribuzione, Giuseppe Grigoli. Per chi vuole approfondire l’argomento, ecco la memoria depositata dalla Procura di Palermo al tribunale che si è trovato a dover giudicare la posizione di Grigoli:

Le lettere di Alessio a Vaccarino, alias Svetonio

Le lettere di Alessio a

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