Non si trova il numero diretto di tale “Giulio”
Il giorno in cui i Salvo finiscono in manette, il 12 novembre 1984, c’è una strana euforia alla squadra mobile, l’ufficio che è il motore delle indagini del pool antimafia di Falcone e Borsellino. Il commissario Cassarà, il capo della sezione investigativa, ha sequestrato a casa di Ignazio Salvo un’agendina tascabile con la copertina di colore marrone scuro. Su un foglio è annotato il numero diretto di tale “Giulio”.
«Quel giorno – ricorda la moglie di Cassarà ai magistrati – Ninni mi disse: ‘Figurati, abbiamo trovato il numero diretto di Andreotti’». Anche a due colleghi, Cassarà aveva fatto la stessa confidenza.
Nessuno più cerca l’agenda di Ignazio Salvo fino a quando i magistrati della Procura di Palermo aprono un’inchiesta nei confronti di Giulio ndreotti, dopo le stragi del 1992. Qualcuno si ricorda del sequestro atto da Cassarà. Ma quell’agendina non c’è più fra gli atti del axiprocesso in cui i cugini Salvo sono citati.